tag:blogger.com,1999:blog-19522765691073080772024-03-19T14:07:03.259+01:00Bastioni di Orionemonterosaarditohttp://www.blogger.com/profile/04696491597844597045noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-1952276569107308077.post-86309795965237095942011-06-27T18:28:00.006+02:002011-06-27T19:22:12.850+02:00Lettera al mio (?) Sindaco<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: white;">Signor Sindaco,</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5kIY0hDNBi4CSyKKS4Ajwbxmq_CcacmfC8lAyVaTppARDJRenKv78lGHivlae7ikJ950sbFN8khnFU2lTT_T3VdXN1ndDCTRCBFRloAr7U61M-IGWegjM0NTE7lUSt7hCz3twRObGNGRZ/s1600/pisapia2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5kIY0hDNBi4CSyKKS4Ajwbxmq_CcacmfC8lAyVaTppARDJRenKv78lGHivlae7ikJ950sbFN8khnFU2lTT_T3VdXN1ndDCTRCBFRloAr7U61M-IGWegjM0NTE7lUSt7hCz3twRObGNGRZ/s1600/pisapia2.jpg" /></a></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="background-color: white; color: white;">Signor
sindaco,</span></div>
<div>
<span style="background-color: white; color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">refrattario
al <i>politically correct</i> che ha pervaso di sé anche lo stile
relazionale tra persone, non mi rivolgo a Lei con il confidenziale e
un po’ fricchettone “tu” che fa tanto “eguaglianza” e
“democrazia”. Mantengo le distanze: così, oltre ad evitare di
generare equivoci, evito di crearLe imbarazzo e disagio. Capirà
subito il perché e forse, almeno per questo, me ne sarà grato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Sia
chiaro, scrivo questa lettera senza avere la pretesa/illusione che
poi Lei la legga. Sicuramente ora, a prescindere dalle molte cose di
cui dovrà occuparsi, avrà tante petizioni ed epistole da leggere
recapitate a valanga dalla “sua gente” — i diseredati, i
poveri, i disoccupati, i gay, i “giovani impegnati” di cui la Sua
parte politica rivendica l’esclusivo copyright. Tutte categorie che
hanno la massima priorità e nelle quali io non rientro. Per me Lei
non avrà né tempo né predisposizione d’animo. La capisco e non
la biasimo per questo. Ma io Le scrivo egualmente, “a futura
memoria”, come si suol dire, e magari ad uso e consumo di qualche
Suo compagno di strada.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Signor
sindaco, la Sua prima dichiarazione appena eletto è stata: “Sarò
il sindaco di tutti!”. Oso azzardare che sia stata la Sua prima
bugia da primo cittadino perché Lei, ne sono certo, non vorrà
essere e non sarà il <i>mio</i> sindaco. Nell’euforia della
vittoria probabilmente si è dimenticato della mia (e di quella dei
miei consimili) esistenza; oppure ha voluto essere, nella forma
apparente, oltremodo politicamente corretto — assumendo un impegno
che intimamente, se solo ora, a freddo, pone pensiero e mente, sa di
non poter mantenere. Sono pronto a ricredermi, Signor sindaco, ma
penso proprio che le cose stiano come Le vado dicendo. E sono certo
che se qualcuno potesse domandarLe: “Ma Lei vuole veramente essere
il sindaco di costui e dei suoi consimili?”, come minimo
glisserebbe o si produrrebbe in un qualche artificio retorico pur di
non rispondere nel merito. Molto più probabilmente, se ne uscirebbe
con un'espressione indignatissima nella quale invocare in radice il
male assoluto. Del resto, i più maliziosi mi dicono che molto
semplicemente Lei considera quelli come me dei “non cittadini”,
esseri fuori dal consesso civile: e per questo, quando parla di
tutti, parla di esseri umani, di cittadini. Non di me e di quelli
come me: che in un tempo non molto lontano, quando era già reato
macellare le bestie fuori dal rispetto delle norme, era lecito
uccidere. Con qualsiasi mezzo: “non è reato”, dicevano nel
sodalizio del quale Lei faceva parte o cui era contiguo. E così la
pensa(va)no alcuni degli eletti con Lei al nuovo consiglio comunale.
E dico subito: cosa non pregiudizievole, questa, nel mio argomentare.
Solo gente in malafede e ipocrita può attaccarsi alle Sue passioni e
concezioni di 30 anni fa. Come se si volesse continuare ad imputare a
Paolo di Tarso l'assassinio di Stefano <i>prima</i> della conversione
invece di imputargli i crimini perpetrati da convertito. Insomma,
sapere che Lei a suo tempo fosse convinto che “uccidere un fascista
non è reato” a me non fa né caldo né freddo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Vede,
io qui ora potrei declinare la mia identità politico-culturale,
dimostrare quanto essa sia agganciata a specificità e radici
antiche, certo, ma anche immersa nel presente e capace di tener conto
di tutte le complessità della modernità e quindi in grado di
rapportarsi efficacemente agli attuali modelli economici e politici,
alle sensibilità e problematicità sociali, nonché ai quesiti che<strike>,</strike>
non solo la città, ma l’intero pianeta nella sue molteplici
necessità pone. Declinandomi secondo coordinate che io sento come
propriamente mie, dovrei risultare come soggetto politico culturale
dignitoso, senza dubbio tutt’altro che in sintonia con la
concezione complessiva che Lei ha di valori, princìpi, politica e
visione del mondo: cioè tutt’altro rispetto a ciò che Lei è e
rappresenta. Tutt'altro: ma niente affatto “criminale” o
mostruoso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Se
però Lei derogasse all’imperativo esistenziale del Suo
schieramento ed evitasse di criminalizzarmi, mettermi all’indice,
chiamare a supremo giudice quello che secondo Lei e la Sua parte è
l’irreversibile giudizio della storia — storia che mi avrebbe da
tempo condannato e collocato in una fogna — ebbene se Lei facesse
questo, cioè mi facesse grazia delle ossessioni ideologiche della
Sua parte, lo scheletro dell’impalcatura ideologica che regge la
“forma nuova” con la quale si è presentato alle elezioni
amministrative<strike>,</strike> scricchiolerebbe paurosamente ed
infine si frantumerebbe. Inoltre dovrebbe affrontare gli strali degli
intransigenti della Sua parte, che tale concessione non Le
perdonerebbero per nessuna ragione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Quindi
Le tolgo subito il fastidio di indugiare anche un solo nanosecondo
per valutare e decifrare la mia identità. Diciamo che per Lei e per
la quasi totalità degli italiani io sono semplicemente un fascista:
nell’accezione caricaturale partorita dall’antifascismo, però, e
non certo nell’accezione vera o che io potrei accettare o nella
quale potrei eventualmente riconoscermi. Ed essendo come tale
definito e catalogato, prima di argomentare domando: Lei pensa dunque
di essere <i>anche</i> il mio sindaco e di quelli come me? Essere
cioè il sindaco di un fascista? Oppure ritiene più opportuno fare
un passo indietro e porre subito qualche distinguo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Non
che per me le cose cambino un granché. Si figuri. Con quello che ho
passato e sono disposto a passare per le mie idee (veda al proposito
i suggerimenti di Kipling e Pound, che ovviamente sottoscrivo), credo
di poter vivere bene indipendentemente dalle scelte e prese di
posizione del sindaco e quindi dalla probabile smania
discriminatoria e persecutoria che l’accompagna. Ma a prescindere
dalla Sua eventuale resipiscenza e quindi dalla improbabile
riconferma dell’esternazione post-elettorale, resta la necessità
di puntualizzare: perché ovviamente quel che Lei e i Suoi sodali
intendono per fascismo/fascista non è esattamente quel che intendo
io. Cioè, il vestito ideologico-valoriale cucitomi addosso da Lei e
dai Suoi sodali proprio non mi piace: e più che andarmi stretto ha
l’apparenza di un cencio ignobile e sozzo, più degno di chi l’ha
ideato e tessuto di colui al quale lo si vuole fare indossare. Non è
il mio vestito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Quindi,
prima di arrivare al dunque, cioè al senso di questa lettera,
vediamo di intenderci. O magari di non intenderci affatto, mettendo
però in evidenza subito che io accetto senza riserve la definizione
che Lei dà di se stesso, le conclamate virtù e le proposizioni
politico-amministrative a cominciare proprio da quel “sarò il
sindaco di tutti”. Le credo. Credo alla Sua proposizione di uomo di
sinistra, moderato ed espressione di una borghesia meneghina
illuminata ed impegnata. E Le faccio persino dono della mia
convinzione che la Sua militanza giovanile nell’ultrasinistra —
tanto evocata e rimproverata dalla cialtroneria destrorsa — Le fa
solo onore; a quel Suo trascorso militante io rendo omaggio
quand’anche si fosse estrinsecato solo nel concorso al furto di un
furgone. Perché io riconosco che Lei da giovane, evidentemente,
aveva sangue nelle vene e vigore ideale tanto da reagire al grigiore
della dittatura democristiana oggi tanto rivalutata ed invocata. Non
fece come altri giovani, veri struzzi metropolitani, che preferirono
ficcare la testa sotto i banchi della Bocconi o le sottane del
privato per non affrontare il grippaggio politico-sociale-culturale
che attanagliò la nostra Nazione e in genere tutto l’Occidente.
Struzzi che oggi, senza vergogna e imbarazzo, portano ben alta la
testa, ergendosi al di sopra del disastro che hanno generato da
quando sono diventati egemonici e tengono ben salde in mano le
briglie del potere. Struzzi che oggi impartiscono lezioni di etica e
La costringono (suvvia, lo ammetta! Ammetta che hanno già messo il
cilicio e la cintura di castità al Suo progetto originario...) a
varare una giunta rosa shocking/shopping piuttosto che rossa. Sa quel
bel rosso?, potente, vermiglio, sanguigno, passionale, immenso come
avrebbe detto un grande poeta inopinatamente fucilato (e dietro il
calcio dei fucili non c’erano mica i fascisti, mi creda); insomma,
rosso orgoglio! L'idea di tinteggiare tutto con il color zucca non è
male, anche se l'arancione alla lunga stanca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">No.
Lei, da giovane, muovendo da un’ideologia che comunque non è la
mia si mise in gioco. Perché allora era necessario spendersi e
metterci del proprio. Forse oggi sarebbe ancora più necessario, ma
questa è un’altra storia che per ora lasciamo da parte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">La
ritengo credibile, dicevo, e infatti son qui a scriverLe proprio
perché la prendo in parola. Ma mi dica: Lei è disposto a fare
altrettanto con me? Lei è disposto a dar credito all’identità da
me declinata distinguendosi dalla quasi totalità dei Suoi sodali
che, come le cozze con lo scoglio, restano abbarbicati alla
pluridecennale asserzione secondo la quale i fascisti mistificano; si
definiscono in termini menzogneri; e le istanze sociali, culturali,
politiche che promuovono sono false, declinate con perfidia al fine
di ingannare la gente? È una domanda retorica, lo sappiamo. La
risposta la conosciamo. Vero?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Lei
e i Suoi sodali, per mettere fuori gioco quelli come me — dopo la
definizione di “fascista” che dalla Vostra prospettiva
sottintende un sacco di cose turpi come razzista, oppressore dei
deboli, omofobo, xenofobo e una volta (ma questo per evidenti ragioni
non osate più dirlo) “servo dei padroni” — avete l’abitudine
di chiamare in causa la Costituzione di cui vi ergete fieri difensori
contro il nemico numero uno: il fascismo. Stucchevole mantra, il
Vostro: che per altro è purissima mistificazione. E non solo perché
nella Costituzione è filtrata una consistente quota parte
dell’ideologia fascista di cui nessuno di Voi sembra accorgersi —
forse perché pochi tra quelli che la citano poi la conoscono
veramente, e tra quei pochi ancor meno si son presi la briga di
studiare la dottrina del fascismo per cui alla fine manca la
possibilità di riscontrare. Non solo per questo singolare aspetto
(che pure meriterebbe una bella precisazione), dunque: bensì anche
perché tutti, ma proprio tutti Voi, maramaldeggiate sull’articolo
che citate per sostenere che il fascista non ha diritto di
espressione né di associarsi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">E
allora mi consenta, prima di entrare nel merito delle questioni
specifiche di Milano, di divagare un po' e di vedere assieme a Lei
come stanno veramente le cose su questa questione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Voi
citate sempre la <i>prima</i> parte dell’articolo XII delle
“Disposizioni transitorie e finali”, ma mai la <i>seconda</i>
parte. Né nessuno di Voi è in grado di dirci quanto debba durare
questa transitorietà. Ma non fa niente. Facciamo pure conto che
debba durare ancora tremila anni, almeno quanto debba essere inteso
come “provvisorio” l’inno italiano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Dice
la <i>prima parte</i> del famoso articolo:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<b><span style="color: white;">«È
vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto
partito fascista».</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Sa,
signor sindaco, per quale ragione questa norma figura nelle
disposizioni transitorie e quindi, per dire implicito della medesima
Costituzione, è suscettibile di essere prima o poi rimossa? Perché
all’atto della messa a punto della Costituzione il disciolto
Partito fascista era tutt’uno con l’apparato dello Stato. Lo
Stato era fascista, e il Partito Fascista era lo Stato. La gran parte
dei vertici di comando — corpo insegnante, magistratura, forze
armate, carabinieri, polizia etc. — annoveravano uomini
“compromessi” (direste Voi) con il fascismo. E non era ovviamente
da escludere, non impedendo la costituzione di un partito fascista in
vista delle allora imminenti elezioni, l’aggregazione di tutte
queste forze e personalità, cosa che avrebbe potuto generare un
fortissimo partito fascista vincente su tutti gli altri partiti nella
competizione elettorale. Logico, anche perché tutti gli altri
partiti non avevano ancora avuto il tempo di organizzarsi a dovere e
di farsi conoscere. Del resto l’allora recente referendum
monarchia/repubblica, per quanto aggiustato in corso d’opera a
favore della repubblica (diciamo così per carità di patria) aveva
presentato un paese spaccato a metà. Era logico attendersi comunque
un buon risultato di un eventuale Partito Fascista che – ormai è
storicamente provato – aveva avuto uno strepitoso consenso di massa
(non è solo De Felice a sostenerlo). Quindi bisognava vietare la
costituzione di un Partito Fascista nell'immediatezza della
riorganizzazione del nuovo Stato — peraltro asservito agli
interessi dei vincitori. E che fosse solo questa la ragione lo
attesta proprio il prosieguo dell’articolo XII — la famosa
<i>seconda parte</i> sempre taciuta:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<b><span style="color: white;">«In
deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un
quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni
temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi
responsabili del regime fascista».</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Vogliamo
parlarne? In pratica, stando alla Costituzione, Benito Mussolini dopo
cinque anni avrebbe potuto essere eletto al Parlamento e quindi, a
rigor di logica, tornare a fare il presidente del Consiglio già
negli anni ’50. E ciò è tanto più vero se si considera il fatto
che l’articolo successivo, il XIII, chiarisce chi <i>non potrà mai
essere elettore ed eletto, ricoprire uffici pubblici e cariche</i>
<i>elettive</i><span style="font-style: normal;">; e a</span>nzi, per
sovrammercato, precisa che <i>«alle loro consorti e ai loro
discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel
territorio nazionale»</i>. Si tratta dei Savoia, signor sindaco: che
come ben sa, sono poi rientrati in Italia e godono di <i>tutti i
diritti</i> previsti dalla Costituzione. Per cui chi era
definitivamente escluso oggi può diventare presidente della
repubblica o del consiglio. A rigor di Costituzione!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Dunque
una cosa è assolutamente chiara: questo Vostro aggrapparvi alla
Costituzione contro i fascisti e le loro associazioni è
assolutamente strumentale, pernicioso e ormai ridicolo; e a dirlo a
chiare lettere è proprio la Costituzione che Voi invocate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Perché
l’articolo 49, che non è assolutamente transitorio, recita:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<b><span style="color: white;">«Tutti
i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per
concorrere con metodo democratico a determinare la politica
nazionale».</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">E
in un altro articolo, anch'esso non transitorio, il 17, leggiamo:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<b><span style="color: white;">«I
cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per
riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto
preavviso».</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Né
l’articolo 49 né il 17 menzionano i fascisti come soggetti nei cui
confronti è possibile derogare alla norma. E come abbiamo visto,
quando c’è bisogno di escludere qualcuno (XIII norma transitoria)
la Costituzione è chiara limpida e inequivocabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
poi c’è l’articolo 21, che recita:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><b>«Tutti
hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» </b>
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Una
sola cosa proibisce l’art 21: <i>«le pubblicazioni a stampa, gli
spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon
costume»</i>. Non so dire cosa sia oggi il buon costume. Di sicuro,
quando la Costituzione è stata scritta non poteva essere inteso
“buon costume” il gay pride di cui la Sua parte politica ha fatto
bandiera e che per Sua implicita dichiarazione Lei ha accolto a
Milano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">E
anche chiamando in causa la Costituzione in merito alla famigerata
legge Scelba (relativa alle Norme di attuazione della XII
disposizione transitoria e finale - comma primo - della Costituzione)
si compie qualcosa di molto simile a una forzatura. Per il semplice
fatto che, richiesta di pronunciarsi nel merito, la Suprema Corte
presieduta dall’ex capo dello Stato Enrico De Nicola ha più
glissato (anche su questioni sollevate da corti giudicanti) che
sentenziato evitando di entrare nel merito del quesito: “l’intera
legge Scelba è costituzionale?”. Siccome oggettivamente questa
legge non lo è, la Suprema corte ha sentenziato che ad essere
investita della questione non è la Costituzione bensì la XII norma
che è “transitoria”. Come dire: fuori della Costituzione!
Insomma, un po’ come il carcere di Guantanamo: il quale, non
trovandosi sul territorio statunitense, non è tenuto al rispetto
della legge americana che tra l’altro proibisce la tortura —
pratica che a Guantanamo è quotidianamente applicata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
poi di che parliamo, signor Sindaco? Di Scelba e della sua concezione
della legge ovvero delle sue idee in materia? Va bene, ma allora
ricordiamo quel che pensavano di questo democristiano reazionario i
lavoratori e gli studenti degli anni ’50-’60. Io, da fascista,
faccio miei i loro giudizi e, in merito alla questione
fascismo/Costituzione la chiudiamo qui — per il resto è forse
meglio scantonare, non crede? Perché se accettiamo l’idea che
veramente l’art. 1 della Legge Scelba interpreta la XII
disposizione transitoria della Costituzione, allora Lei deve
ammettere di aver aderito o essere stato contiguo ad associazione
parafasciste. Infatti, secondo questo articolo 1, se togliamo le
ultime tre righe che specificamente potrebbero essere dedicate a
quelli come me, per il resto la quasi totalità delle associazioni e
dei movimenti giovanili antagonisti sorti nel dopoguerra ci rientrano
<i>in toto</i>:<b> «si ha riorganizzazione del disciolto partito
fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo
di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche
proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la
violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione
delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la
democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o
svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla
esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del
predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere
fascista».</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ora,
signor Sindaco, Lei certo ricorderà come Lotta Continua, Potere
Operaio, Democrazia Proletaria, Movimento Studentesco e la “sua”
Prima Linea facessero spesso e volentieri ricorso alla violenza e
alla coercizione come “metodi di lotta politica”, per giunta
<span style="font-weight: normal;">“propugnando la soppressione
delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la
democrazia, le sue istituzioni”: a partire dall'inno di Lotta
Continua
(http://www.lottacontinuaperilcomunismo.org/2009/11/testo-dellinno-di-lotta-continua.html),
in cui si invita il popolo ad armarsi e si suggerisce di eliminare
fisicamente i “padroni”, per arrivare ai testi estremamente
chiari e inequivocabili di Potere Operaio —</span><span style="font-weight: normal;">
non Le dispiacerà, Sindaco, se ne riproponiamo qualcuno: la memoria
storica è non soltanto importante, ma addirittura fondativa per
qualsiasi istituzione democratica. Così si poteva leggere, dunque,
sul periodico “Potere Operaio”: </span>
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><i><span style="font-weight: normal;">-
«</span></i><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Nelle
città, bisogna prendersi le case, i trasporti, le cose che servono
per vivere; bisogna </span></i></span></span><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;"><i>prendersi
la libertà di lavorare di meno [...] bisogna organizzarsi per non
pagare più niente»</i></span></span><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;">
(“Potere Operaio del lunedì”, 1971, a. 0, supplemento a. III, n.
42, p. 4);</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">-
«Nella fabbrica aperta e che ancora lotta, come nella fabbrica in
cassa integrazione, nei paesi del Sud come nelle città del Nord, nei
quartieri e nelle scuole, vogliamo dimostrare che l'unica soluzione è
la violenza aperta, e dimostrare che la violenza paga.»</span></i></span></span><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;">
(“Potere Operaio del lunedì”, 1971, n. 0, supplemento n. 42, a.
III, p. 1);</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;"><i>-
«Forza di massa, forza militare. Forza di massa del movimento, forza
militare dell'organizzazione di partito. Non c'è dubbio: le regole
della guerra di classe sono esplicite, e guai a chi non ne prende
atto. Esitazioni, ritardi, sacche di legalitarismo e di pacifismo non
hanno più ragione di esistere. […] Non è vero che la violenza va
bene solo quando è di massa, cioè a dire materialmente esercitata
con azioni e comportamenti che implicano una partecipazione diretta
di massa. La violenza del partito, la violenza di cui oggi la classe
degli operai e dei proletari ha bisogno, è una violenza preordinata,
comandata, specifica, il cui carattere di massa sta nella capacità
di esprimere e di dare una risposta a un bisogno reale. [...] Oggi lo
scontro fra le classi è arrivato a un punto, che il compito di
disorganizzare politicamente e militarmente lo stato borghese è un
compito all'ordine del giorno.»</i></span></span><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;">
(“Potere Operaio”, a. III, 1971, n. 44, p. 12);</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;"><i>-
«Così le bottiglie molotov, gli scontri di piazza, il pestaggio dei
capetti e dei ruffiani, la distruzione delle sedi fasciste hanno per
noi il significato di un sintomo: e cioè la riappropriazione da
parte dei proletari degli operai e degli studenti del loro diritto a
combattere il nemico su tutti i terreni - e quindi anche sul terreno
politico militare.»</i></span></span><span style="font-family: Times-Roman,serif;"><span style="font-size: small;">
(“Potere Operaio del lunedì”, a. II, 1973, n. 40, p. 2).</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Se
ne deve allora dedurre che Lotta Continua, Potere Operaio, Democrazia
Proletaria, Movimento Studentesco e Prima Linea fossero
organizzazioni fasciste? O che fossero fascisti lo Stato e gli organi
giudiziari, come in quegli anni formidabili sostenevano Marco
Pannella e tanti altri? Magari, a proposito di questo Stato
“fascista”, potremmo passare qualche serata insieme a rileggere
le annate dei giornali antagonisti del trentennio ’60-’90 del
secolo scorso. <i>Do you remember</i>? Diciamo allora che questo
“metodi propri” — anche alla luce della storia e di quanto
avvenuto storicamente prima, durante e dopo il fascismo — fu una
surreale concessione alla situazione dei tempi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Allora,
sindaco, smarchiamoci da questa perniciosa falsa questione per cui la
Sua parte avrebbe in odio i fascisti perché sarebbero fuori dalla
Costituzione mentre Lei e i Suoi ne sareste gli strenui difensori. A
me personalmente, e lo dico da fascista, questa Costituzione sta bene
così com’è, consapevole del fatto che saranno sempre i
“progressisti” a disattenderla per primi, offrendo poi ai
“reazionari” l’opportunità di strafare nello strapazzarla.
Pensi che se io dovessi scegliere un articolo di cui farmi estremo
difensore fino al punto di immolarmi per esso, sceglierei l’articolo
11. Quello che inizia così: <i>«L’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali»</i>. Sì, sì,
signor sindaco, proprio quello di cui Massimo D’Alema ha fatto
strame per la sporca guerra in Serbia. Se lo ricorda? E, grazie a
quel precedente, come si poteva poi impedire che il nostro esercito,
comandato da un governo reazionario, dilagasse nel mondo fino in
Afghanistan al servizio della grande democrazia americana che,
poveretta, da quando esiste non ha mancato un giorno all’appuntamento
con la guerra? Guerra, sia chiaro, per il Bene contro il Male, per la
Democrazia contro la Tirannide. E così di guerra in guerra, con la
Vostra santa benedizione e dimenticando velocemente i predicozzi
sparati alzo zero al tempo dell'invasione armata dell’Occidente in
Iraq, siamo finiti a fare la guerra aerea anche contro la Libia. Sì,
quella nazione lì che quando ci andarono i fascisti era solo per
soddisfare mire colonizzatrici di guerrafondai, ma che ora è uno dei
regni del male perché un cammelliere egocentrico che sì, è venuto
da noi a farsi baciare l’anello, ma ha anche portato un sacco di
soldi e contratti con opportunità di investimenti fuori controllo
dagli americani, dagli inglesi e dai francesi — questo cammelliere,
dicevo, ha proceduto un po’ energicamente a reprimere i rivoltosi
per altro debitamente stimolati dai nostri cugini d’oltralpe. Sì,
insomma, l’ha fatto usando il metodo Sabra e Shatila o quello
birmano contro i Karen (sa niente di questi? Già, non hanno
petrolio, non sono comunisti, e in pratica non sono nelle grazie di
nessuno). Giro per la città e mi accorgo che dalle finestre sono
sparite anche le ultime sgualcite bandiere arcobaleno… chissà dove
sono finite. Forse a fare da sudario all’articolo 11 della
costituzione. Ma vuoi mettere la XII norma transitoria! Eh no, per
Diana! L’articolo 11 che ci procura caduti al fronte e miliardi di
euro a babbo morto si può anche spernacchiare grazie al contributo
dei “progressisti”, ma la XII norma transitoria no. Chi la tocca
muore! Come dimostra la disavventura occorsa a quei cinque
parlamentari che a febbraio ne hanno proposto l’abrogazione.
Ovviamente, come al solito, è stata gara a mostrarsi indignatissimi.
Alla fine credo che il primo premio vada assegnato all'onorevole
Schifani, che da presidente del Senato, invece di difendere la
libertà dei senatori, si è lasciato andare a una reprimenda
surreale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
già che ci siamo, restiamo un attimo sulla questione Libia. Perché
qui Voi di “sinistra” dimostrate tutta la Vostra labilità nei
confronti dei princìpi e dei valori nazionali. Per come è stata
prefigurata la situazione, mi dice Lei che differenza passa tra
l'Iraq di Saddam e la Libia di Gheddafi? Certo, da un punto di vista
di concezione dello Stato, di costruzione del meccanismo nazionale di
differenze ce ne sono. Ma l'Occidente ci ha detto che Saddam andava
abbattuto perché possedeva armi di distruzione di massa (e non era
vero), era antidemocratico e reprimeva le minoranze, come i curdi e
gli sciiti. L'abbattimento di Gheddafi invece neppure è stato
apertamente prefigurato. Si è voluto un intervento occidentale –
si è urlato — per difendere dalla repressione alcune tribù
rivoltose blandite da francesi e inglesi (e dal democratico Obama)
per evidenti interessi sul petrolio. Voi di sinistra, a partire dai
raffinati intellettuali e venendo in giù verso i politici passando
per gli operatori di media, plaudite all'intervento. Il perché
appare evidente. E la ragione è da voltastomaco. Saddam non era
amico del governo Berlusconi. Andato al governo, Berlusconi era già
schierato contro l'Iraq e quindi, per una questione di simmetria
ideologica, Voi dovevate stare contro quell'intervento che pure
entrava nella stessa logica dell'aggressione alla Serbia voluta da
D'Alema. Parteggiando contro Gheddafi voi avete in testa non la
fibrillazione democratica delle masse arabe (ma che ne è stato della
democrazia in Egitto e in Tunisia?) bensì la disarticolazione del
sistema berlusconiano. È, questa, una tradizione per cui ben pochi
di Voi, all'indomani della seconda guerra mondiale, sono riusciti —
per esempio — a pensare ad un comunismo nazionale piuttosto che ad
un comunismo assoggettato agli interessi moscoviti del tempo. E
questa dinamica per cui, alla fine, Voi piegate l'interesse nazionale
(o regionale, o comunale) e quindi del popolo — che ha per patria
la nazione Italia — alla visione ideologica che Vi anima è ciò
che fa di Voi un elemento nefasto rispetto ai valori e alla ricchezza
del patrimonio nazionale accumulati nell'arco dei secoli grazie al
sacrificio dei nostri padri e dei padri dei nostri padri. È, questa,
una cosa sulla quale poi tornerò. Se non proprio in questa lettera,
in un'altra.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Guardi,
signor Sindaco, so benissimo che tutto quanto sopra scritto — se
mai avrà modo di leggerlo — Lei, molto probabilmente, lo assumerà
con sufficienza, ci farà dell’ironia o ne trarrà motivo per
atteggiarsi a classico antifascista indignato. In fondo il meccanismo
è sempre quello: indignazione al massimo livello, sdegno ed
esecrazione per il solo fatto che esista un simile pensiero e
argomentare (il mio). Con i fascisti stragisti, razzisti,
guerrafondai, propagatori di violenza (sono davvero tali? Se non lo
sono, <i>devono</i> esserlo) non si parla. Manco li si ascolta. Così,
populisticamente, si evita di entrare nel merito delle
argomentazioni, e soprattutto di affrontarle. Ma è anche vero che
esiste una remota possibilità per cui veramente Lei sia, nei fatti,
anche il <i>mio</i> sindaco e quindi mi ascolti, riconosca le mie
ragioni fondate benché forse non condivisibili, ed entri nel merito.
Quando Lei ha dichiarato di voler essere il sindaco di tutti, ha
implicitamente sostenuto di avere a cuore le sorti di tutti i
cittadini. Anche la mia, dunque. E, come detto, La prendo sul serio e
per questo ricambio a mia volta prendendo a cuore le sorti del <i>mio</i>
sindaco, tentando di illuminarlo senza per questo pretendere
gratitudine e riconoscimenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Vede,
signor Sindaco, io sono assolutamente convinto che l’impegno
antifascista che Voi mettete in campo non c’entri assolutamente
niente con la difesa della Costituzione.<b> </b>Che tutto quello
sopra esposto è solo un bell’esercizio dialettico, pieno di
retorica ma vuoto di anima. Roma è universalmente grande non per
essere stata la culla del cristianesimo, come molti sostengono, ma
per aver donato al mondo il Diritto Romano, vera radice d’Europa —
se proprio vogliamo trovare un minimo comune denominatore. Tanto più
che in molte parti il cristianesimo è stato <i>imposto</i>, mentre
il Diritto è stato <i>cercato</i>. Ma del diritto noi, che ne siamo
la Patria, facciamo scempio quotidiano. Le nostre leggi sono piegate,
sempre, alla necessità della logica di potere. E quindi il fascista
nella sua città e nella sua nazione è all’indice e proscritto non
per dovere di legge, ma perché il diritto è stato assassinato. E
l’antifascismo diventa un collante per soggetti eterogenei.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Girare
attorno alla Costituzione e alla legge quindi non serve. Serve capire
il vero motivo di tanta aggressività, prepotenza e rancore verso “il
fascista”, perché tale si proclama o perché come tale viene
catalogato. E di motivi ce n’è più d’uno. Tra questi ora Le
parlo del più odioso. Ma è necessaria una sostanziosa premessa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Va
riconosciuto, signor Sindaco, che a “sinistra” (come per
“destra”, continuiamo ad utilizzare queste categorie politiche
solo per comodità di comprensione) è da sempre in uso una fruttuosa
prassi. Fruttuosa e saggia. In pratica, esiste da Voi una sorta di
ascensore che costantemente mantiene in collegamento i reparti
“istituzionali” e parlamentari con i bacini collettori di base
sganciati dai partiti. Parlo delle cooperative e più ancora dei
centri sociali. La funzione dei centri sociali metropolitani
caratterizzati dai valori “di sinistra” è strategicamente
essenziale per il rinvigorimento di tutta la Vostra area. Un giovane
è per natura esuberante, cerca centri di aggregazione ove poter
fruire di tutte le forme di socialità che gli sono necessarie. Se il
giovane che frequenta un centro sociale è portato alla devianza,
probabilmente finirà con l’andare ad alimentare quegli strati di
nichilismo passivo abbondantemente diffusi nella nostra società, e
che costituiscono sacche rigonfie di adolescenti emarginati ovvero
giovani refrattari all’attuale modello di sviluppo. Questo per dire
che i centri sociali non hanno l’esclusiva della devianza
giovanile, e non è vero che la producono — semmai l’accolgono,
la organizzano e spesso la cavalcano. Se però la tendenza del
giovane che entra in un centro sociale è di tipo artistico, è
facile che egli vi trovi le condizioni ideali per crescere e farsi le
ossa, favorito dall’immaginario giovanile, dalle tendenze e mode in
atto che spesso pulsano proprio nei centri sociali. Può quindi
capitare di veder crescere un regista, un musicista, un letterato. Ci
sono poi giovani la cui vocazione è di tipo politico: li vedremo
crescere facendosi le ossa nella sperimentazione “sulla strada”
per approdare infine ai reparti istituzionali. Mi pare che Lei in
giunta abbia un paio di elementi che provengono giustappunto da quel
mondo. E molti altri saranno presenti nell’apparato burocratico che
fa da base al Suo governo cittadino. Ciò a dire che il livello
“istituzionale” e quello “partitico” si avvantaggiano
succhiando giovanile forza vitale dai centri sociali, che alla fine
svolgono appunto la funzione di bacini collettori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">A
“destra” tutto questo non esiste. E se ne fanno un vanto. I vari
livelli della piramide sono quasi a compartimenti stagni, e si sale o
si scende per cooptazione. Il caso di una igienista dentale in
Regione Lombardia è semplicemente emblematico. Il più eclatante —
ma in qualche modo la norma. E questa è una delle ragioni per cui
quello schieramento non ha seguito nel mondo giovanile, non lo
aggrega né riesce a collegarsi con i nascenti nuovi fermenti che
magari, all’origine, potrebbero persino essere per natura di sua
pertinenza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
i giovani non attratti dai linguaggi fatti propri dalla “sinistra”
— e quindi dei centri sociali — non hanno la possibilità di
accedere a “bacini collettori di destra”: perché non esistono. E
non esistono perché, checché se ne dica, i centri sociali non sono
un fatto autonomo e indipendente ma abbisognano di un minimo di
compiacenza “istituzionale”. Altrimenti non ci sono santi che
tengano: vengono chiusi d'autorità. La destra istituzionale è
essenzialmente reazionaria e conservatrice, e non può neppure per
gioco ipotizzare una qualche forma di compiacenza con “centri
sociali di destra”. Ma non tutti, nascendo, sono destinati alla
“sinistra”. Ci sono giovani esuberanti dotati di creatività
radicale che spesso trovano negli echi della cultura fascista a Voi
sconosciuta e/o da Voi volutamente ignorata le idee ispiratrici per
aggregazioni al passo con i tempi, per associarsi al fine di
alimentare un impegno anche sociale. Detto questo, è facile
immaginare le obbiezioni della Vostra parte. Perché quando il Suo
schieramento parla di fascismo lo spurga di tutti i fermenti di
avanguardia artistica, sociale e culturale che gli erano propri. Ma
se tenete presente che persino il futurismo si è espresso nel
fascismo, come pure il fiumanesimo dannunziano con annessi e
connessi; che le fondamenta dello stato sociale ancora oggi
sopravvissuto allo smantellamento neoliberista furono gettate in
epoca fascista; e che appunto a questo si richiamano i giovani
nell’elaborare il loro nuovo linguaggio — se tenete presente
tutto questo, allora forse comincerete a capire perché vi sia un
esplicito richiamo al fascismo.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Le
vostre obiezioni? Ma il fascismo usò la violenza per mezzo della
polizia, perseguitò gli oppositori, mise in campo le leggi razziali,
fece la guerra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Va
bene. Ma non è da tutto questo che la gran parte dei giovani sono
affascinati. Quello che richiamano è la dottrina. Perché altrimenti
ogni volta che si parla di idea comunista bisognerebbe tirare in
ballo lo stalinismo, Pol-Pot e Menghistu; ogni volta che si parla di
cristianesimo si dovrebbe far carico a chi si professa cristiano
delle guerre crociate, delle atrocità perpetrate dalla Santa
Inquisizione, dei massacri coloniali ispirati da missionari invasati
con truppe al seguito, o del commercio di schiavi non di rado
benedetto da preti e frati...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Lei
pensa che nelle questure francesi e inglesi degli anni ’30 ci
fosse, nei confronti degli arrestati, meno efferatezza di quanta ce
n’era in Italia? Che i detenuti della Cayenne stessero meglio di
quelli ospitati all'Asinara o a Porto Azzurro? Che si debba definire
la dottrina democratica statunitense passando per le bombe atomiche
sganciate sul Giappone o per le prigioni di Guantanamo e Abu Ghraib?
Lei pensa che si debba valutare l’orgoglio dell'odierno giovane
inglese conservatore attraverso quello che erano l’amministrazione
e l’assetto coloniale ancora in vigore nella prima metà del secolo
scorso? Non credo. E allora perché discriminare e applicare ai
fascisti quel che non si applica a nessuno?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">La
questione, dunque, è molto semplice. I giovani che oggi non
rinnegano l’essenza della dottrina sociale fascista e si
propongono con progettualità efficace danno molto fastidio a
sinistra e a destra, perché veri competitori e veri portatori di
modelli di sviluppo alternativi. L’antifascismo, la costituzione,
il giudizio storico sul regime fascista diventano tutti alibi per
penalizzare effervescenze giovanili veramente alternative.
Alternative a quelle proprie del Suo schieramento e allo schieramento
da Lei sconfitto sul piano elettorale. Con mia soddisfazione, oltre
tutto. Perché ormai Milano era intrappolata in una ragnatela
reazionaria, soffocata da una cappa grigia senza alcuno sprazzo di
vitalismo e capacità di risposta sensata alle problematiche di nuova
proposizione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Questo
per dire e chiarire che chi si sente veramente fascista, nel senso
accettato da quelli come me, non nutre alcun sentimento di comunanza
o vaga omogeneità con il cosiddetto “centrodestra”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Certo,
può capitare di avere un sincero rapporto di reciproca stima, e
magari di ottenere pure un minimo di sponda con alcuni loro
esponenti. Ma il tutto è giocato su base personale, e non per
coincidenza “ideologica” come spesso alcuni di Voi insinuano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Il
Consiglio comunale non aveva ancora emesso il primo vagito che già
una consigliera sostenitrice della Sua maggioranza e riconducibile al
Suo schieramento dichiarava di presentare interpellanza per capire
perché e come una certa associazione fascista avesse ottenuto una
piccola sponsorizzazione dalla Regione Lombardia. Sponsorizzazione
per un convegno sulla solidarietà, i cui relatori erano persone
giustappunto impegnate da anni nel solidale. Questa cosa è
perniciosa, fastidiosa e frutto di rancorosa ignoranza. Se Lei fosse
veramente il sindaco di tutti, avrebbe dovuto subito richiamare la
Sua consigliera. E chiedere: “Hanno perpetrato violenza? Hanno
propugnato discriminazione? Hanno espresso la volontà di abbattere
la democrazia? Hanno recato danno alla città?”. E ottenuta una
risposta inevitabilmente negativa, con annessa conferma che tutto si
è svolto nel pieno rispetto dei dettami democratici, avrebbe dovuto,
da sindaco di tutti i cittadini, prendere le difese degli
organizzatori il convegno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Guardi,
nessun fascista avrà mai nulla da ridire se il Comune da Lei guidato
verserà contributi ad associazioni oggettivamente marginali e
ideologicamente fortemente caratterizzate a sinistra. Allo stesso
modo nessun fascista si attende anche un solo euro di
sponsorizzazione a iniziative che dovesse mai mettere in cantiere. E
tutto questo ci sta. Quello che non ci sta è la continua e costante
persecuzione di ogni iniziativa di queste associazioni definite o
autodefinitesi fasciste.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Perché
poi è facile sostenere di essere per la libertà di pensiero. Come
si fa, del resto, a limitare il pensiero di un individuo? Non si può:
e quindi tanto vale essere concettualmente generosi. Ma si può
impedire che il pensiero venga espresso, ed è quello che
giustappunto la Sua parte fa sostenendo di voler così salvaguardare
la libertà di pensiero del popolo dai fascisti che tale libertà
vorrebbero reprimere. Tutti possono esprimersi, tranne i fascisti —
e quelli che vengono ritenuti tali — perché se si esprimessero
vieterebbero agli altri di esprimersi, dice la Sua parte. In realtà
i motivi principali di tanto antifascismo sono almeno due.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Il
primo: c'è la percezione della forza di un pensiero e di un modello
di sviluppo affascinanti e alternativi tanto a quello di sinistra
quanto a quello di destra. C'è il timore che si generi consenso. Ne
avete (Lei e la Sua parte) paura forse perché il Vostro pensiero va
alla storia, quando il Regime fascista ottenne un consenso quasi
unanime. E non vi rendete conto che questa è tutt’altra dimensione
spazio-temporale, e che anche antropologicamente siamo in presenza di
tutt'altra cosa.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Il
secondo: avete un’idea preconcetta e falsa del fascista. Voi che
continuate a urlare l’avversione ai preconcetti siete
l'incarnazione del preconcetto, Vostro inalienabile patrimonio
privandovi del quale pare perdiate identità. Prima di tutto e avanti
a tutto siete ANTIfascisti. Poi, solo <i>poi</i>, siete PER qualcosa.
Infatti, chi di voi ha mai verificato? Si è confrontato? Quando mai
avete tentato di essere “dentro” il concetto? Perché se un
fascista fa un convegno sulla solidarietà, sul diritto alla casa,
sul ruolo della donna come madre, sullo strapotere delle banche,
sulla scuola voi lo criminalizzate? A prescindere. Tutti possono fare
un convegno, una conferenza, un incontro, una presentazione
editoriale, su un qualsiasi tema, tranne i fascisti.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Io
sono certo che se un individuo davanti a Voi si dichiarasse matto,
Voi attraverso un’associazione o una qualche commissione di
psichiatri Vi dareste da fare per VERIFICARE a) se quell’individuo
è veramente matto; b) se il suo concetto di “matto” collima con
il Vostro. Perché dunque se uno si dichiara fascista voi non
VERIFICATE se quell'individuo, dicendosi tale, intende la stessa cosa
che intendete Voi? Io Vi sfido a trovare un solo individuo che,
dichiarandosi fascista, si riconosca nella Vostra descrizione. Non
esiste. E lo sapete bene. E Vi fa comodo far finta di niente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
torno a Lei, signor Sindaco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Vede,
signor Sindaco, da ogni regno ideale, da ogni dottrina, religiosa o
politica che sia, non solo germogliano eresie ma anche marginalità
e devianze. Pensi di cosa sono state capaci alcune sette
antiabortiste statunitensi che si richiamano alla Bibbia. Lei valuta
e giudica il cristianesimo in base all'azione di quelle sette? Non
credo. Perché allora è prassi giudicare il complesso del
“neo-fascismo” ponendo al centro le espressioni di certa
marginalità?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Si
dice che il fascismo fu incultura. Guardi, a partire da Pirandello e
Gentile scendendo in giù potrei elencare centinaia di intellettuali
e artisti che furono fascistissimi. Tant'è che se ne è accorta
anche una ricercatrice antifascista come Alessandra Tarquini (<i>Storia
della cultura fascista</i>, Il Mulino: un testo uscito proprio ora
mentre Le sto scrivendo). Per contrastare il luogo comune
dell'equazione “fascismo = incultura” serve dire che la Tarquini
non è la sola? Che altri antifascisti, a partire da De Felice, hanno
dovuto ammettere che l'incultura non ha casa nel fascismo del
Ventennio? Del resto, se Lei gira per la città di cui è diventato
sindaco si renderà ben conto, per esempio, di quanta cultura trasudi
dalla sola “architettura sociale”: la stazione centrale, il
palazzo di giustizia, la casa dello studente... Inutile fare
l'elenco. E sa qual è il bello della situazione di allora per la
cultura e persino per la progettualità politica? Che al suo interno
il fascismo regime aveva un dinamismo plurale che l'Italia non ha mai
più conosciuto. Oggi il pluralismo culturale è stato posto
all'esterno, fuori della trama del potere e verso il basso.
Determinando, attraverso l'illusione di una falsa libertà, la
sterilizzazione degli input di avanguardia. Nel fascismo
mussoliniano, invece, era dentro il sistema e contribuiva a fare
sinergia. Per cui all'interno della cultura fascista potevano
coabitare ed esprimersi intellettuali che andavano dall'anarchico
fascista Berto Ricci fino all'aristocratico Julius Evola, con nel
mezzo una varietà di espressioni culturali e progettuali che
l'Italia post-fascista non ha mai conosciuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Questo
pluralismo di linee culturali e politiche — insieme alle eresie,
alle marginalità e anche alle devianze — è tutto presente in quel
bacino che la Sua parte chiama “neo-fascismo” (nuovo fascismo).
Che è sì nuovo in quanto si discosta dalle forme politiche del
regime fascista: ma, e neppure paradossalmente, è più antico.
L'anima “neo-fascista” è antica, fa proprie idee, valori e
principi originari che sono fondanti della nostra Nazione e dell'idea
di Stato. Ed è proprio attraverso queste idee, questi valori
applicati armoniosamente nelle diverse epoche che è stata forgiata
la meglio Italia, a partire dalla civiltà romana a venire in qua. E
ha quindi generato il fascismo mussoliniano che ha governato l'Italia
per oltre un ventennio nel bel mezzo dei 150 anni di unità
nazionale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Lei
e i Suoi fate confusione. Eppure avete tutti, o quasi, celebrato il
centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia. Ebbene, dentro
questi 150 anni ci sta tutto il fascismo che il mondo intero ha
ammirato e riverito... almeno fino al 1940. Il fascismo mussoliniano
è un figlio d'Italia abbattuto militarmente. Politicamente sono
implosi i socialismi reali, e oggi ad implodere a catena sono i
sistemi demoliberali. Il Fascismo no. Per il fascismo mussoliniano ci
sono voluti i bombardieri angloamericani, gli sbarchi in Sicilia e ad
Anzio. E solo una mente malata poteva riferirsi a quel fascismo come
al “male assoluto”. Non è così. Ma questa è una diatriba
storica dalla quale, politicamente, possiamo tranquillamente
prescindere. Vi ho fatto riferimento per una ragione ben precisa. Io
non voglio fare come certi che glissano sul passato. Io rivendico il
diritto di avere un'opinione diametralmente opposta alla Sua per quel
che riguarda la nostra storia, e giudicare positivamente quel che
magari Lei giudica negativamente. E mi impongo affinché questa
diversità di giudizio non costituisca discrimine sulla progettualità
politica, allo stesso modo in cui non lo costituisce il credere o non
credere alla verginità della Madonna. Quindi, signor Sindaco, per
quel che mi riguarda Lei deve prendere atto che io considero il
regime fascista una cosa grandiosa, che da fascista del Nuovo
Millennio non ho alcuna nostalgia né volontà di restaurazione e che
la mia progettualità non è carica di tutte le nefandezze che la Sua
parte va elencando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Le
dirò di più, e le dò qualche elemento utile a smontare i Suoi
preconcetti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<ol style="text-align: justify;"><span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Non ho
niente contro l'Islam e sono favorevole alla edificazione in Milano
di moschee e centri culturali musulmani;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Non sono
ostile agli omosessuali. Sono, concettualmente, ferocemente ostile
alle oscenità tipo <i>gay pride</i>;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Non sono
anticomunista: sono eventualmente antimarxista che è altra cosa;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Non sono
favorevole alla assimilazione degli immigrati ma sono per una sana e
rispettosa integrazione;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono per
l'edilizia popolare e per il diritto alla casa;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono
contrario alle privatizzazioni. Quando uno Stato funziona bene anche
le imprese che dipendono da lui funzionano bene;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono per la
tutela di tutte le minoranze;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono per la
massima limitazione delle auto private nel centro cittadino;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono per lo
sviluppo delle forme di produzione energetica alternativa;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono un
radicale dell'ambientalismo e quindi della salvaguardia del
paesaggio e della natura;</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span>
<li><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Sono per la
tutela degli animali, ferocemente contrario alla vivisezione, e per
la severa punibilità di quanti maltrattano gli animali.</span></div>
<span style="color: white;">
</span><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Ma sono anche
per lo Stato organico, per la gerarchia funzionale, per la
salvaguardia delle specificità e tradizioni nazionali e dell'intero
patrimonio culturale italiano — che è in massima parte di natura
pre-democratica se non antidemocratica essendo il modello
democratico in vigore solo da qualche decennio. E a onor del vero il
meglio l'abbiamo espresso prima.</span></div>
<span style="color: white;">
</span></li>
<span style="color: white;">
</span></ol>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<ol start="11" style="text-align: justify;"><div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: white;">Detto tutto
questo, la domanda è: ma Lei sarà anche il mio sindaco?
</span></div>
<span style="color: white;">
</span></ol>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Sì,
è vero, io non l'ho votata. Non solo perché pur essendo figlio di
genitori milanesi abito nell'hinterland e quindi alla fine il mio
sindaco è un altro. Ma anche volendolo, non avrei potuto votarLa.
Avevo poco più di 18 anni, ero in carcere, e un altro sindaco di
Milano — Aniasi —, in prossimità di non so più quale elezione,
mi fece avere una lettera che mi sospendeva dalle liste elettorali
per indegnità. Poi ci ha pensato la Corte d'Assise a darmi
l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi a togliermi il
diritto al voto. A quel tempo, tra l'altro, colui che oggi è tra i
Suoi maggiori sponsor, Piero Bassetti, era presidente della Regione
Lombardia che finanziò e produsse un ignobile documento sulla
supposta “Violenza fascista in Lombardia”, prodromo al famigerato
opuscolo “Pagherete tutto, pagherete caro” di “Lotta continua”,
vero e proprio promotore di nefandezze ai danni della gioventù
lombarda non schiacciata sugli ideologismi della Sua ultrasinistra.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Teoricamente,
se richiedessi la revoca del provvedimento con cui mi si interdice
dai pubblici uffici avrei sicuramente soddisfazione. Ma non capisco
perché dovrei piatire un simile “diritto”, tanto più che è in
corso di discussione (e la Sua parte se ne è fatta paladina) il
diritto al voto agli immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza. Io
la cittadinanza ce l'ho. Abito una terra che i miei avi hanno
coltivato con la zappa e difeso con il pugnale tra i denti, ne sono
cittadino ma non posso votare neanche volendo. Potranno farlo, e
decidere in una certa misura, quelli che arrivano oggi e godranno
delle ricchezze messe a nostra disposizione dai padri. Non crede,
dunque, che sia il caso di adoperarsi, oltre che per il diritto di
voto dei cittadini immigrati, anche per la possibilità di voto di
quegli uomini che, come Lei, negli anni '70 decisero di mettersi in
gioco? Il Destino ha decretato chi poi dovesse essere preso dentro il
vortice giudiziario e carcerario: e spesso chi non c'è finito lo
deve solo alla pura casualità. Credo che Lei potrebbe essere tra
quelli baciati dalla dea Fortuna. Del resto la cosa ha poca
importanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Ma
se anche non sono proprio cittadino di Milano e non sono iscritto
nelle liste elettorali, Lei pensa di poter essere il sindaco di
quanti mi sono simili e si sentono fascisti per ragioni
diametralmente opposte a quelle per cui Lei ideologicamente li
condanna?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Che
Lei risponda oppure no, sappia che io sarò costantemente impegnato
per il benessere della mia Milano, e farò di tutto affinché non ci
sia discriminazione per la mia parte. Soprattutto sarò impegnato
affinché non ci sia depauperamento del patrimonio che anch'io ho
ereditato da quelli che ci hanno preceduto. E Le dico che oggi mi fa
piacere vedere quanto la Sua parte si sia affezionata al Tricolore.
Ricordo cosa significava per me lo sventolarlo, quarant'anni fa. E
ricordo bene quanto fosse inimmaginabile vederne uno
nell'affascinante mare di rosse bandiere.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Mi
piace chiudere questa lettera ricordando come la storia sia volubile.
Negli anni '20 del secolo scorso, in Europa ci si attendeva l'avvento
del Bolscevismo. Negli anni '30, invece, l'Europa fu “nazifascista”
(che brutto termine!). Nel 1938, non penso che fossero in molti a
pensare che di lì a qualche anno avremmo avuto l'Europa di Yalta,
che ancora negli anni '70 sembrava una situazione irreversibile. Come
sono andate le cose, lo sappiamo. Volando più basso, tutti si
aspettavano l'exploit della Lega alle ultime elezioni cittadine, e la
tenuta del PDL. Invece ha vinto Lei. E mi ha fatto venire in mente il
D'Annunzio agli albori del secolo scorso, quando lasciò la destra
per andare ad occupare i banchi della sinistra: <i>«Vado verso la
vita!»</i>. E aveva ragione. Ma poi, quando la Nazione va in crisi,
allora sono altre le postazioni da cui è possibile rivitalizzarla e
difenderla. E D'Annunzio andò a Fiume!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Tenga
presente questi aspetti della nostra storia. E tenga presente che non
è più accettabile il giochino per cui la “sinistra” tende a
mettere fuori gioco il pensiero e la progettualità antagonista che
sta oltre la sinistra chiamando in campo l'antifascismo. Tanto più
ora che, almeno qui a Milano, avete la mezzadria del Potere. Fatevene
una ragione e accettate l'antagonismo, rispondendo nel merito delle
idee senza evocare fantasmi e l'inquinato immaginario collettivo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;">Il
cittadino milanese Maurizio Murelli</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: white;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 0.8cm;">
<span style="color: white;"><br /></span></div>monterosaarditohttp://www.blogger.com/profile/04696491597844597045noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-1952276569107308077.post-83552707896851856712011-06-18T17:14:00.000+02:002011-06-18T17:14:00.070+02:00presentAzione<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
</div>
<div>
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><b>Tu che già ci conosci e sei
capitato qui.....</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ascolta. Considera un esercito di 8
milioni di militi. Per questo esercito niente è più banale di una
baionetta. Ogni soldato ne ha una.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ascolta. Considera tutti i giornalisti
del mondo: niente è più banale per questa moltitudine del foglio su
cui scrivono.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ascolta. Considera un banchiere: quel
che possiede di più banale? Una banca.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ascolta. Se navighi in “rete”
vedrai che lì non c'è nulla di più banale di un blog.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
La banalità impera nel mondo. Ma
dentro tanta banalità, se guardi bene:
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
vedi un milite di molto al di sopra
della banalità: la sua baionetta l'ha ficcata dritta in gola al
nemico;
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
vedi un giornalista tanto poco banale
da scrive il vero;</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
e, difficile da vedere, ma se guardi
bene forse scorgi uno strano banchiere: crede nella giovinezza delle
idee e su di esse non fa usura. È di fede musulmana? Non ce n'è uno
simile in tutto l'Occidente? Sarà il segno dei tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E guarda qui, in questa rete: la
banalità è affogata al largo dei bastioni di Orione. Baluardi
marini che Orion ha edificato oltre gli eremi e i castelli che abita,
là, nelle prossimità del mare aperto dove più che altrove si
gioca il destino della Metropoli ormai invasa da barbari variopinti.
Li vedi? innalzano stendardi rosa, emblemi di un disgustoso
disfacimento organico. Si agitano, ondeggiano, strillano. Ebbri di
follia. Il ciclo dei tempi dona loro il ghigno della jena.
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ma Orione ha difese avanzate; da esse
partono gli assalti alle truppe rosa del politicamente corretto che
infestano i mari e convergono sulla Metropoli. Da veloci barchini
partono raffiche all'indirizzo degli immensi e numerosi mezzi da
sbarco. Si ha in animo di interdire il trasporto menzognero e
ipocrita di demenziali narrazioni.
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<br /></div>
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Era il 1984 quando <i>Orion </i>lo si volle
privo di clava ma di arco armato. Da una piccola tipografia alle
falde dei monti di quel Piemonte già culla della nuova Italia
l'arciere doveva colpire oltre le mura dell'ortodossia ideologica.
Instancabile, per oltre vent'anni, puntualmente ha scoccato frecce.
Poi il destino ha voluto che si dovesse cimentare in una imprevista
battaglia impossibile da evitare e da vincere ma che andava
combattuta. Ne è uscito a pezzi ma non domo e del resto, prima di
piegare le ginocchia sotto una caterva di colpi, <i>Orion </i>si era portato
dentro le mura della Metropoli, al centro dei nuovi meccanismi. Ha
curato le ferite e osservato, studiato e considerato le nuove
dinamiche.
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ci sono voluti anni ed è stato
necessario attendere. Ora però è giunto il tempo di ritornare sul
terreno di battaglia. Lo stendardo rosa sventola sulla più alta
torretta del municipio della grande Metropoli. Il proclama dei nuovi
mezzadri dal Potere insediati nel palazzo annuncia urbi et orbi
l'obiettivo da conseguire: sfarinamento dei patrimoni e
dell'identità, aggressione continua al radicalismo italiano,
apertura all'indefinito, al grigio, all'informe.</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Non è che i mezzadri che hanno
preceduto fossero migliori. Semplicemente erano più ingordi e privi
di una intelligenza progettuale: cavalcavano l'affare senza soluzione
di continuità. E quindi erano vissuti dagli incalzanti. Questi che
sono appena arrivati invece sanno perfettamente cosa vogliono, come
conseguirlo e chi può impedire loro di compiere il misfatto.
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<br /></div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Orion ha atteso invano le truppe di
rincalzo. Tanti si sono promessi nell'aiuto. Tanti hanno tradito,
vergognosamente abbandonato la postazione: troppo faticosa da tenere.
Tanti. Aspettando le truppe che non sono mai giunte. Alla Fortezza
Bastiani il giovane tenente Drogo aspettava che all'orizzonte, al di
là del deserto si materializzasse l'orda nemica. Orion ha atteso che
fossero bonificate le promesse e nell'attesa ha ripensato se stesso,
preso le misure al mostro che avanza. Ha capito che dopo la clava
anche l'arco si è fatto insufficiente. Serve ben altro armamentario.
Perché il nemico non ti affronta più né con clava né con arco. Si
è fatto liquido. Pervade gli anfratti di ogni anima. È allora
necessario adeguarsi.</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Tutta la nazione è in pericolo, tutta
la nazione soffre. Milano soffre di più e in ogni caso non c'è
salvezza per l'Italia se Milano non viene recuperata al pensiero e
alla progettualità di avanguardia. Per questo qui e ora <i>Orion </i>si
riposiziona e torna al combattimento.
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Anche con uno strumento <u>banale</u> come un
blog.</div>
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<br /></div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b>Tu che non ci conosci e sei capitato
qui...</b></div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Declinarti la nostra identità? Non
serve. Noi veniamo da lontano e andiamo lontano. Abbiamo maneggiato
tanti strumenti, tanti linguaggi, impugnato armi di ogni tipo. Noi
siamo i nostri padri e i padri dei nostri padri, figli dei nostri
figli. C'eravamo prima. Ci saremo anche nel futuro. Tu che non ci
conosci hai poche possibilità di salvare te stesso dalla banalità
del pregiudizio e della faziosità ideologica. Una di queste passa
attraverso la tua volontà di essere per un momento oltre. Oltre
tutte le muffe ideologiche disseminate in tutti i linguaggi a
disposizione dell'umano di ogni latitudine e longitudine.</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Ascolta. Ti hanno detto che noi siamo:</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
intolleranti e vogliamo limitare la tua
libertà;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
privi di cultura e la temiamo;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
insensatamente violenti;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
contro i deboli e a favore dei potenti;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
con i ricchi contro i poveri;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
contro la natura;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
socialmente discriminanti.</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Fatti pellegrino e passa di qui ogni
tanto. Spogliati dei pregiudizi e pensa con la tua testa. Forse
capirai:
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
che le idee fondate sulla gerarchia
organica non limitano la libertà ma la esaltano;</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
che le idee sono cadaveri quando
diventano ideologie e noi coltiviamo idee;</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
che noi siamo uomini liberi;</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
che nulla è più disumano dello
sfaldamento identitario;</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
che essere per l'integrazione è la
giusta risposta alla innaturalità dell'assimilazione;</div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
e scoprirai che questo blog non è né
banale né scontato.
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
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</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E ora basta. Abbiamo detto anche
troppo. Ora fuoco alle polveri.</div>
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<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
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</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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</div>monterosaarditohttp://www.blogger.com/profile/04696491597844597045noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1952276569107308077.post-14201540026811323422011-06-12T00:04:00.004+02:002011-06-18T12:53:12.986+02:00Lavori in corso...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br /></div>
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